Ogni giorno, purtroppo, avvengono in varie parti del mondo massacri, uccisioni di innocenti e di inermi, che ormai non fanno quasi più notizia.
Il terrore e la banalità del male sta determinando nell’opinione pubblica una sorta di assuefazione, per cui non ci si interroga quasi più per cercare di individuare le vere cause che scatenano tali tragedie. Così tutto finisce nell’oblio, finché non esplode l’indignazione di maniera di fronte alla strage successiva.
Pur tuttavia, anche se è vero che tutti i morti sono eguali, quanto è avvenuto il 26 settembre del 2014 nella città di Iguala, in Messico, è meritevole di approfondimento, poiché ci riguarda molto più da vicino di quanto non sembri.
Innanzitutto ricordiamo i fatti.Gli squadroni della morte messicani, costituiti da narcos e polizia locale corrotta, hanno assaltato quel giorno gli studenti della scuola rurale normale “ Raúl Isidro Burgos “, uccidendone sei, ferendone venti e facendone scomparire quarantatré, tuttora desaparecidos, ma in realtà sicuramente morti dopo orribili torture così come hanno dichiarato i superstiti.
Ma perché tanto?
Gli studenti coinvolti nella orribile carneficina sarebbero presto diventati gli insegnanti delle scuole rurali di montagna per icui avevano una terribile colpa secondo l’establishment locale, quella di rendere i campesinos capaci di comprendere che la loro grama esistenza non era dovuta ad un destino cinico e baro, ma a scelte di politica economica operate dal governo nazionale di tipo neoliberista, scelte che stanno precipitando il Messico nella miseria più nera e di certo la coltivazione della droga non può assolutamente essere una soluzione ai problemi. Ovviamente questo è inaccettabile per i signori della droga e per chi in nome del libero mercato sta svendendo i beni comuni dei messicani alle multinazionali, con l’arricchimento di pochi e l’impoverimento dei più.
Con questo massacro le mafie messicane hanno voluto mandare un segnale di forte intimidazione agli insegnanti scomodi, agli studenti ed agli intellettuali liberi: uniformatevi o vi colpiremo!
Come docente italiano, per quel che può servire, va il mio più profondo e sincero cordoglio ai superstiti ed alle famiglie dei caduti ed anche una profonda ammirazione per questi sfortunati colleghi.
Ma, come uomo, mi chiedo pure se avrei avuto lo stesso loro coraggio di lottare per la giustizia e l’uguaglianza.
Sono sincero: non lo so.
Questi giovani docenti sono sicuramente i martiri del nostro tempo e sono anche i testimoni di come le logiche di liberistiche mercato siano mosse dalle pulsioni più retrive e abiette dell’essere umano e non certo dal perseguimento del bene della collettività.
Non esiste alcuna mano invisibile del mercato, come credono i fautori del neoliberismo, che alla fine riesce ad allocare al meglio le risorse economiche collettive. Esistono invece solo cupidigia, avidità, egoismo che devastano l’ambiente ed infliggono tanta sofferenza alle genti.
Homo homini lupus!
Ma torniamo alla nostra civilissima Europa.
Sembrerebbe che abbia ben poco in comune con l’assolato Messico. Eppure non è così. L’una e l’altro sono interessati da una trasformazione della società in chiave neoliberista. I popoli europei che fanno parte dell’euro sono oggetto di uno smantellamento dello stato sociale impetuoso ed incalzante.
Il “salario diffuso” ( stato sociale) ed il “salario differito “ (previdenza sociale) diventano ogni giorno per i cittadini sempre di più parole prive di effettivi contenuti.
Qualcosa di simile si ebbe alla caduta del blocco sovietico e nei paesi che ne facevano parte.
Se anche in Italia sta avvenendo questo i precedenti si ritrovano in maniera strisciante tra gli anni 80 ed il duemila, grazie pure all’aiuto dei sindacati concertativi ed in maniera sfrontata ed arrogante dopo il 2008 , grazie alla crisi diventata strumento di governo.
L’attuale Governo in carica, non uscito dalle urne ma costituito per volontà di un Presidente della Repubblica a sua volta eletto da una assise composta in maniera non rispettosa dei dettami costituzionali, ha stravolto la legislazione del lavoro, la legislazione sul risparmio, ha ceduto parti del territorio nazionale a stati stranieri con accordi segreti, di cui si ignorano i contenuti, vuole rivedere in peius le pensioni di reversibilità, ha diminuito l’assistenza sanitaria, ha modificato il sistema elettorale, ha modificato la Carta Costituzionale, ha riformato la scuola. Il tutto secondo il solco del Fiscal Compact e della dittatura finanziaria che governa nei fatti l’Europa, in aperto spregio dei principi della Carta Costituzionale vigente (quella del 1948 tanto per intenderci).
La riforma della scuola del Governo Renzi, con malcelato sarcasmo chiamata dagli estensori la buona scuola, ha trasformato le istituzioni scolastiche autonome in tante scuole private, dirette da un dirigente che ha gli stessi poteri di un gestore di scuole private. Detta gli indirizzi per il piano dell’offerta formativa , si sceglie i collaboratori, si sceglie i docenti e decide, senza contrattazione alcuna, a chi dare soldi in più , chi resterà e chi andrà via, chi avrà la cattedra e chi invece farà solo le sostituzioni dei colleghi assenti .
Il Collegio dei Docenti, garante della pluralità degli orientamenti didattici e della libertà di insegnamento, diventa come il Parlamento italiano, ratificatore di scelte assunte in altri consessi.
Il dirigente scolastico, insomma, si trasforma un organo monocratico che non deve rispondere a nessun altro se non a chi gli ha conferito l’incarico, il Direttore Scolastico Regionale, dirigente di nomina politica , per cui il suo potere non ha contrappesi all’interno dell’istituzione scolastica.
E la politica potrà così condizionare pesantemente le scuole nel momento in cui conferirà gli incarichi ai dirigenti scolastici, fissando per ciascuno di essi gli obiettivi ed i risultati. In Italia, per fortuna, non ancora si ricorre ai massacri, alle sparizioni , alle torture (esclusa la parentesi del G8 di Genova).
Con la “ Buona scuola “ è stato inviato un messaggio forte e chiaro : cari docenti, allineatevi alla didattica di regime , quella dell’INVALSI , non siate “ gufi” , gioite per le sorti italiche , dimostratevi entusiasti , altrimenti se volete essere liberi pensatori andrete ad insegnare per ora in “Culonia” ( giusto per usare un francesismo ), poi si vedrà ……..
Raffaele SALOMONE MEGNA
Docente e libero pensatore