Convegno Bologna 12.02.2013

Relazione e prime impressioni  “a caldo” della nostra inviata Beatrice Bonfliglio

Sono stata impegnata tutto il tempo con una telecamera, come mi ha chiesto Scebba.. quindi non ho preso neanche un appunto.
Butto giù ora quello che mi ricordo:
presenti al tavolo dei relatori:

  • Renza Bertuzzi di Professione Docente come moderatrice
  • Rino Di Meglio,
  • Lo Giudice, “supplente” della Puglisi che non è venuta, esponente del PD
  • Maria Mussini, candidata al senato per il M5S
  • Assente l’esponente del PDL
  • A sorpresa si è presentata una esponente di “Fermare il declino” (movimento di Giannino). A sorpresa perché, pur essendo stati invitati, gli esponenti di tale partito non hanno confermato la loro presenza.

Sono state illustrate le 12 proposte della Gilda degli Insegnanti e i 3 esponenti politici hanno risposto alle domande e illustrato il loro programma politico per la scuola.

La Mussini del M5S, insegnante di lettere al liceo classico di Reggio Emilia, con 20 di carriera alle spalle, di cui 15 di precariato, dimostra di conoscere i problemi e le esigenze della scuola, dalla stabilizzazione dei precari alla riduzione del numero di alunni per classe.
È stata quindi ben accolta dalla platea di insegnanti presenti.

Stridente il contrasto con l’intervento successivo, quello dell’esponente di “Fermare il declino” (proprio non mi ricordo il nome, eppure quando la inquadravo aveva anche il cartellino con il nome.. sarà un “atto mancato” freudiano, poiché non mi è stata per niente simpatica..) che si è presentata dicendo che lei non è del mondo della scuola, ma fa la commercialista e che vorrebbe dare a tutte le famiglie un voucher da poter spendere nella scuola che preferiscono, pubblica o privata che sia, in modo che così le scuole e gli insegnanti più meritevoli hanno più clienti perché evidentemente offrono il prodotto migliore. Viva la meritocrazia e roba simile..
Reazioni concitate da parte della platea: gli insegnanti si sono sentiti offesi ed umiliati a queste affermazioni, proposte senza ritegno né rispetto per una professione che ha connotati particolari e non trova uguali in nessun’altra.

Proposta del PD:
pagare di più gli insegnanti che lavorano a scuola, invece che a casa, al pomeriggio per fare le funzioni obiettivo. Non si è capito a che pro e quali potrebbero essere le implicazioni (orario di 22 ore? ha chiesto Renza Bertuzzi). (Per il dettaglio degli interventi seguirà il video, mi sono molto impegnata, spero che non ti venga il mal di mare.. la mia telecamera era proprio quella sui relatori..e a volte ha un po’ …ehm.. ondeggiato.. magari però il montaggio di Scebba riesce a camuffare i miei errori…)

Ho fatto il viaggio in treno di ritorno con la Mussini che era diretta a Reggio Emilia, mi ha raccontato un po’ la sua vicenda di precaria, in una classe di concorso (latino e greco al liceo classico) in cui, a causa della mobilità del personale di ruolo, i precari erano-sono in attesa per lunghi periodi.
Mi ha detto inoltre di essere favorevole a un concorso annuale, di modo che si possa andare di ruolo con un doppio canale: con il concorso e con le GaE (io su questo però non sono molto d’accordo, perché vengono messi allo stesso livello i neolaureati e i precari con anni e anni di esperienza che, con il loro lavoro, hanno contribuito a far funzionare la scuola pubblica, nessun riconoscimento per questo lavoro?).

Ciao Beatrice