Dell’algoritmo, della conciliazione e di altre amenità

Nei giorni ferragostani, ormai trascorsi, c’è stato un gran parlare di “algoritmi “.
In particolare dell’algoritmo messo a punto dai tecnici di Viale Trastevere, che ha gestito i trasferimenti dei docenti in ambito nazionale per l’anno scolastico 2016/17.
Dai risultati ottenuti, ancora una volta, dobbiamo dire che i tecnici del M.I.U.R. hanno dato scarsa prova di sé stessi.
Le criticità che si sono evidenziate sono state molteplici ed hanno dato luogo a proteste anche particolarmente vibrate. Ma cosa è successo per suscitare tanto clamore?
Un esempio: docenti con punteggi bassi trasferiti nei propri comuni di residenza ed altri, con punteggi maggiori e tanti anni di anzianità d’insegnamento, spediti in senso letterale ai patrii confini. Il tutto senza una logica. Citando Dante: “Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare “.
Di fronte a risultati così paradossali ed eclatanti (ben 57 colleghe sannite della scuola primaria sono state tutte trasferite a Mantova) decenza e buon senso avrebbero dovuto determinare un ripensamento su quanto fatto ed un rifacimento delle operazioni.
Ma il buon senso e soprattutto l’ammissione dei propri errori è cosa quanto mai rara oggi in Italia. Il giovane Capo del Governo, avvocato Matteo Renzi, non sbaglia mai e men che meno i suoi corifei, sicofanti, famigli e servitori vari. È sempre colpa di qualcun altro.
Il Pil non cresce, è colpa della Brexit, non c’è alcuna altra condizione esimente da invocare, allora la colpa è del destino cinico e baro e delle avverse congiunzioni astrali.
Per l’On. Giannini, ineffabile Ministro dell’Istruzione, non è successo nulla di rilevante.
Non commento affatto le sue dichiarazioni, perché dovrei usare termini ingiuriosi che non mi appartengono, ma molto cristianamente mi viene da dire: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno “. Ma torniamo all’algoritmo. Cosa è un algoritmo?
In matematica è un procedimento sistematico di calcolo.
In logica matematica è un procedimento meccanico, che permette la risoluzione di problemi mediante un numero finito di passi.
In informatica, invece, è una serie di operazioni logiche e algebriche, espresse in linguaggio comprensibile al computer, la cui sequenza costituisce un programma.
Un algoritmo può sbagliare? Certamente, se le operazioni logiche poste alla base o le istruzioni sono inesatte.
E poiché è una procedura informatizzata, l’errore riscontrato per un caso è stato sicuramente commesso tutte le volte in cui si è ripresentata quella situazione. Uno, nessuno e centomila (Pirandello insegna).
A questo punto le fulgide menti di Viale Trastevere, è solo il caso di citarne una per tutti l’On. Faraone, pur avendo il dono dell’infallibilità conseguente alla vicinanza con la Città del Vaticano, qualcosa pur dovevano fare di fronte all’evidenza dei fatti ed a questo punto hanno riesumato l’istituto della “conciliazione”.
La conciliazione, prevista dall’art. 17 comma 2 CCNI sulla mobilità a.s. 16/17 e dagli artt.135,136,137 e 138 del CCNL 2006/09, non è più obbligatoria, a seguito delle modifiche apportate al Codice di Procedura Civile dall’art. 31 della legge 183/2010.
Una vera e propria presa per i fondelli, insomma.
Molti colleghi disperati, pur sapendo che era come chiedere “all’acquaiuolo se l’acqua è fresca “, hanno prodotto questa richiesta di conciliazione indicando i casi riscontrati di palese contrasto con la norma, affrontando da subito il primo grosso ostacolo e cioè: a chi inviare questa richiesta?
Sorvoliamo tali aspetti procedurali poco interessanti ai più ma non di poco conto per gli interessati. Dopo qualche giorno dal termine ultimo di presentazione delle istanze sono arrivate le proposte di conciliazione da parte dell’Amministrazione centrale.
Tutta l’operazione è stata di una opacità incredibile, coperta dal più assoluto riserbo e pertanto in netto contrasto con i nostri principi costituzionali. Tuttavia alcune considerazioni possono essere fatte lo stesso, nonostante la segretezza delle motivazioni addotte per i vari dispositivi conciliativi:
1) l’Amministrazione, conciliando, ha ammesso di avere sbagliato;
2) poiché la procedura è informatizzata, se ha sbagliato una volta ha sempre commesso lo stesso l’errore tutte le volte che si è presentato lo stesso caso;
3) l’Amministrazione ha proposto ai ricorrenti nuove sedi, senza rimuovere quei docenti che stavano in una collocazione che non competeva loro per punteggio;
4) l’Amministrazione con questa procedura ha perpetuato lo stato di illegittimità dei propri atti, violando così il principio di legittimità.
Come cittadino italiano, nonché docente, sono basito ed avvilito per tutto quanto avvenuto.
Il Ministro Gelmini si è comportato come un arbitro di calcio che, accortosi di aver fischiato un fallo da rigore inesistente, per compensare ne fischia un altro dubbio alla prima occasione. Gli errori non si compensano ma si sommano. L’arbitro che opera in siffatto modo ha commesso due gravi errori.
Ma la scuola italiana non è una partita di calcio, è il futuro della nostra nazione e se questo è l’incipit della “Buona Scuola “renziana , figuriamoci il prosieguo.
Renzi chiede di essere giudicato per questa riforma tra venti anni.
Ma vista la superficialità, l’incompetenza e l’improvvisazione possiamo, esprimere da subito un giudizio definitivo: “experimentum in corpore vili “!
Vergognatevi!

Raffaele SALOMONE MEGNA