I novelli  “vastasi“  ovvero: del caporalato scolastico

Agli inizi degli anni 50 , nell’immediato dopo guerra , nel centro di Benevento e precisamente in Piazza Orsini , nei pressi del  palazzo arcivescovile , si svolgeva un sordido mercato delle braccia , quello dei vastasi .

I vastasi  erano i giovani delle classi più umili ,che venivano ceduti  dai propri genitori  in affitto   ai proprietari terrieri per intere stagioni  .

Erano scelti dai padroni di turno in base alla possanza fisica , dovendo essere impiegati nei lavori più degradanti  e faticosi . Erano sovente coperti di soli stracci e non avevano alcuna tutela . Lavoravano dal sorgere del sole sino al suo tramonto.

Contro tale mercimonio ,  che era incompatibile con la neonata repubblica  democratica italiana  fondata sul lavoro , insorse un caro amico di mio padre , socialista anch’egli , l’avvocato Francesco Romano ,  “Ciccio” per gli amici .

Egli denunciò sulla stampa nazionale ed internazionale tale scandalosa  situazione , che era sotto gli occhi di tutti nell’indifferenza generale .

Il clamore destato dalla denuncia e la determinazione del compianto    “Ciccio” e di mio padre , all’epoca consigliere comunale di Benevento  per il Fronte Popolare , condussero entro pochi mesi all’eliminazione dello scempio denunciato .

Il disegno di legge “ contro la scuola “ n. 2994  ci riporta d’emblée a quegli anni in  cui l’Italia muoveva i primi passi in  una incerta democrazia .

Infatti, tra gli aspetti più riprorevoli  e detestabili, oltre al mal celato ricatto sulle assunzioni dei colleghi precari ,vi è   proprio l’idea  di società che  sottende .

Scompare qualsiasi visione solidaristica , si accetta che il più forte prevalga  in una sorta di darwinismo sociale,  per cui il ricco diventa più ricco , mentre tutti gli altri diventano sempre più poveri . Bellum omnium contra omnes !

La Costituzione italiana è letteralmente stravolta , viene meno il patto sociale che essa sottende.

Orbene, il  disegno di legge 2994 è strettamente funzionale   alla  società iperliberista che si va così delineando dopo il jobs act  e che si fonda su tre capisaldi : controllo dell’inflazione , della stabilità dei prezzi e delle finanze pubbliche . Costi sociali a parte !

Il  lavoro non ha più una dimensione etica, ma diventa una merce come una qualsiasi altra merce .

Anzi, solo su  di esso si scarica  il costo della crisi, non essendo possibili  manovre anticicliche . La disoccupazione , i salari bassi , le minori tutele sono tutte scelte funzionali a questa impostazione macroeconomica (vedere per credere la  curva di Phillips).

In questa società i disoccupati sono visti come lavoratori in transito ovverosia  persone che passano da una occupazione ad un’altra più remunerativa  e non come cittadini da tutelare con una rete di assistenza . Anche il mercato dei vastasi è accettabile .

I nipotini di von Haieck, che in Europa in generale ed in Italia in particolare stanno producendo disastri inenarrabili,  sono invece convinti che la  mano invisibile del mercato  alla fine riallocherà le risorse nel miglior modo possibile ( migliore per chi ? )  e quindi vanno avanti senza tentennamento alcuno ( Renzi non è uomo del dubbio !)  . Devono solamente continuare a fare le riforme , che significa smantellare quello che resta dello stato sociale e delle garanzie costituzionali .

Ma questo è solo teoria che, peraltro ,la storia ed i fatti hanno riconosciuto in maniera incontrovertibilmente sbagliata .

La teoria macroeconomica su cui si fonda tutta l’ Unione Europea di Maastricht era vecchia già quando nel 1946 fu sostituita nelle nuove Costituzioni degli stati europei che si erano affrancati dal nazifascismo , dal  principio di solidarietà e di eguaglianza fattuale  .

Ma una scuola funzionale a questa società iperliberista non può non incentrasi sul   caporalato scolastico ,creato artatamente con l’introduzione nell’ordinamento scolastico dei cosiddétti   albi .

I docenti non avranno  più la   titolarità in un  istituto  anche in presenza di cattedra , ma ogni tre anni saranno rimessi  in un  calderone , gli albi appunto , e dovranno  essere scelti da un dirigente .

Come novelli  vastasi  dovranno mostrare la loro possanza  e capacità a svolgere tutte le mansioni , anche le più  umili , per farsi scegliere dal dirigente-caporale e rimanere così nella propria scuola , altrimenti saranno spostati altrove e non ci sarà più alcuna graduatoria che tenga  . Il criterio ? Ad libidum ! E’ un vero e proprio sistema  coercitivo( ti mando lontano da dove abiti !) che verrà praticato su coloro che non  vorranno adeguarsi alla didattica imposta dal dirigente manager  .

Il meccanismo è nel contempo semplice e brutale : si controlleranno gli 8.000 “ presidi “ ( è molto più facile ),  i quali avranno gli strumenti per controllare gli 800.000 docenti . Nasce la scuola di regime anche grazie all’aggiornamento obbligatorio controllato a livello centrale . Il corpo degli  ispettori sarà il braccio secolare di questo regime ( è previsto il loro potenziamento ) .

Questo è un colpo durissimo  alla libertà di insegnamento che solamente un gruppo di nominati,  senza alcun mandato elettorale , impregnati di iperliberismo ( forse)  , potevano infliggere ( ovviamente con il beneplacito della CONFINDISTRIA , della BCE e della Commissione Europea ) .

Tutti tradendo il programma elettorale, in base al quale avevano raccolto i suffragi nelle elezioni politiche del 2013!

Da docente afflitto e vilipeso mi verrebbe proprio da dire  : “ Signore ,perdona loro, perchè non sanno quel che fanno “ !

Sicuramente la storia non li assolverà !

Raffaele SALOMONE MEGNA