Il maestro virtuale

Dal sito di Davvero TV riportiamo la descrizione di accompagnamento della trasmissione del 30 novembre 2020, che pure segnaliamo ai lettori: https://www.davvero.tv/fatti-non-foste/videos/il-maestro-virtuale-fattinonfoste-puntata-3

In questo terzo appuntamento Danilo D’Angelo, Enzo Pennetta e Elisabetta Frezza affrontano il tema dell’irruzione della tecnologia nella scuola: fenomeno che, in tempo di emergenza sanitaria, è amplificato dal ricorso massiccio alla didattica a distanza.


La cosiddetta DAD viene presentata oggi come lo strumento principe per garantire al massimo grado il “distanziamento sociale”, trascurando il fatto che l’“aggregazione”, individuata come principale fattore di rischio all’interno delle scuole, costituisce invece un aspetto consustanziale del sistema educativo.
Anche l’imponente investimento per i nuovi banchi a rotelle è un chiaro segnale della volontà di chi governa di affermare definitivamente, dietro la copertura e il pretesto del distanziamento e senza alcun tipo di dibattito politico, il modello di scuola digitale, senza libri, senza penne, senza interazione personale diretta. È lo stesso ministro Azzolina a dircelo senza reticenze: «Quei banchi oggi servono al distanziamento, ma quei banchi rappresentano delle metodologie innovative di didattica nuova, di ambienti di apprendimento nuovi»
Ma quali sono le controindicazioni di un processo di digitalizzazione presentato come inevitabile e per definizione salvifico?
Uscendo dal luogo comune per cui tutto ciò che è innovativo è buono per definizione, un artificio telematico può sostituirsi allo spazio di socialità e alla relazione vitale, reale, immediata, fisica e partecipata che lega insieme chi insegna e chi apprende?

Alla puntata di questa trasmissione chiamata «Fatti non foste…» hanno partecipato anche Adolfo Scotto di Luzio, docente di storia della pedagogia e firma nota ai lettori di Professione Docente, e Stefano Longagnani, docente nelle scuole superiori del nostro capoluogo.