Lettere di Claudia riguardo le iniziative di protesta

Caro Robertino,
ho appena letto il comunicato stampa. Che tristezza…
Trovo tutto fuori dal tempo e da ogni ragionevolezza.
Sciopero di UNA giornata, di SABATO, tra PIU’ DI UN MESE!!!!!!!
Assurdo!
Secondo voi questi burocrati che ci governano si spaventeranno per la rottura delle relazioni sindacali?…
Bisogna reagire a caldo e pesantemente!! Scioperi a oltranza da subito, senza se e senza ma, a costo di fare la fame.
Se non ci diamo una mossa, subito e clamorosa, torneremo tutti con le pive nel sacco.
Mi stupisce che anche Gilda, il mio sindacato, si accodi a cotanta codardia.
Spero qualche sindacato di base faccia di meglio: io lo seguirò.

Ciao Claudia,
ho letto il tuo messaggio, che tengo sempre presente qui, sotto il mio.

E’ veramente tutto molto triste, ma voglio condividere alcune mie riflessioni con te e magari con altri.

Del 24 novembre non sono i burocrati e i professori tecnocrati che si devono spaventare, ma i partiti che sostengono questo governo.  Li attendiamo presto al varco … i partiti.
L’urna può essere, infatti,  anche cineraria.

Con i sindacati questo governo non parla fin dall’insediamento.
Ai tecnocrati non eletti dal popolo non interessa affatto il confronto con le parti sociali. Per loro è tutto tempo perso, visto che non devono guadagnare voti ma solo spread.

La giornata di sciopero scelta di sabato ha una sua logica:
le scuole primarie e dell’infanzia non sono interessate gran che alla protesta sulle 24 ore di servizio che si propongono per la secondaria.
Certo, ci sono altre ragioni di sostegno alla protesta: gli scatti stipendiali negati, il nuovo contratto ulteriormente slittato, la pensione che non arriva mai, le indennità scomparse.
E’ però prevedibile una scarsa partecipazione delle maestre alla mobilitazione, così come degli ATA.

Nelle rilevazioni sui dati dello sciopero, ai fini statistici si considerano solo i lavoratori docenti e ATA obbligati al servizio nella giornata della mobilitazione. In altre parole la percentuale degli scioperanti viene considerata sui docenti (e  gli ATA) tenuti al servizio in quel dato giorno.
Di qui l’opportunità del sabato per non deprimere troppo le percentuali di partecipazione.

Pure la data lontana ha una sua logica:
lo sciopero è l’ultima arma da impiegare, e non la prima; sparata  subito quella cartuccia senza effetto, si incassa la sconfitta e basta.  Considera poi la scarsa propensione alla sciopero e alla protesta della nostra categoria.
E’ tatticamente più utile la strategia della tensione, con un crescendo di iniziative e di contrasti che arrivano infine allo sciopero, se il datore di lavoro rimane insensibile.
Uno sciopero fulmineo ma non preparato,  non favorisce l’apertura di un confronto, di una trattativa. In questi casi il datore di lavoro aspetta per vedere l’esito della mobilitazione e … se il risultato è quello dell’ultimo della CGIL (9% di adesione) possiamo stare certi che la controparte se la ride di fronte ad ogni giornata di sciopero, peraltro onerosa per chi lavora ma prosperosa per lo Stato-padrone.

Allo sciopero si lega inoltre una manifestazione nazionale, che per essere bene organizzata richiede molto tempo e tanto sacrificio: le assemblee di informazione dei lavoratori, la loro sensibilizzazione alla mobilitazione, la prenotazione dei treni, dei pullman, le autorizzazioni per l’itinerario, la piazza disponibile, il palco, ecc.

Per quanto riguarda invece la reazione a caldo che tu vorresti, è presto detto e fatto: nessuno si presti più al lavoro straordinario; gite, supplenze, progetti, incarichi pagati con il fondo di istituto. Tutto si fermi.
Quanti colleghi sono disponibili? Siamo maggioranza o almeno una discreta battagliera minoranza?

Per quanto riguarda lo sciopero ad oltranza (cosa che io praticherei subito, nella insopportabile situazione attuale) è la legge ad impedirlo. In questo paese (lo diciamo da vent’anni) gli spazi di democrazia, di libertà, di rispetto dei diritti e degli obblighi costituzionali si sono enormemente ridotti, anche per volontà/complicità delle grandi organizzazioni sindacali.  Lo sciopero è regolato in modo tale da depotenziarlo, renderlo difficile e spesso vano. Persino per indirlo occorrono tempi tecnici lunghi e procedure farraginose, con intervalli di tempo da rispettare tra un’azione di protesta e l’altra .

Un piccolo sindacato di base può farlo due settimane prima di noi?  Sì, questo è possibile. Ma a te interessa una protesta/sfogatoio che con due strilli immediati di quattro scioperanti  non risolva nulla … o l’unità forte del movimento sindacale per indurre il governo alla
retromarcia?

Tieni presente che quella di cui parliamo è la proposta di legge di stabilità (un tempo legge finanziaria) e che il disegno di legge del governo  passerà per il Parlamento, sottoposto prima all’esame delle commissioni, poi alla discussione in aula e quindi all’approvazione.
Per questo abbiamo bisogno di tempo, di contatti con i parlamentari, a Roma come a Modena.

Sullo sfondo lo sciopero, che mi auguro alla fine possa essere persino revocato, prevalenti in Parlamento le nostre ragioni su quelle di Monti e della sua profumata corte.

Per questo obiettivo, turandoci il naso, dobbiamo fare blocco comune.

L’unità del movimento sindacale è, in questo gravissimo momento, fondamentale;  anzi,  imprescindibile.
A presto, insieme con la testa oltre che con l’emozione, in assemblea, in pullman, in piazza.

Robertino Capponcelli